Viaggio in Georgia - Parte 7 - Batumi, Kutaisi e la fine del viaggio

Batumi (ბათუმი)
Il giorno successivo abbiamo deciso
di visitare in giornata la città di Batumi. Per raggiungere la stazione dei
marshrutka abbiamo deciso di buttarci e sperimentare i minibus urbani:
individuato il capolinea abbiamo provato a dire il nome della stazione.
Pronuncia impeccabile, l’autista ci fa cenno di sì. Per la discesa ci siamo
affidati un po’ all’intuito un po’ al GPS.
Le due ore e mezza previste di
marshrutka si sono allungate a causa di consegne e carichi vari un po’ fuori
itinerario. La strada per raggiungere Batumi inoltre era molto trafficata: qui
transitano le merci da e verso la Turchia e l’Abkhazia, territorio georgiano
sulla carta, ma a tutti gli effetti sotto il controllo della Russia. Durante il
viaggio abbiamo visto meno mucche e più maiali vagare per la carreggiata, segno
che in questa zona amano mangiare sano. Batumi è la principale città di
villeggiatura della Georgia e una delle principali del Mar Nero. La strada che
la raggiunge passa in fitti boschi ai piedi di montagne innevate e fa piuttosto
impressione trovarsi improvvisamente davanti a moderni grattacieli sovrastanti
palazzi in stile belle époque. Il
porto non è gigantesco, in compenso il lungomare, nonostante fossimo in bassa
stagione, era veramente ben tenuto. Qui ci sono una ruota panoramica e una
bellissima scultura metallica in movimento, nota con il nome di Ali e Nino: è stato emozionante
rimanere a vedere per qualche minuto la danza di queste “statue”, impossibile
da descrivere…andate a vederla di persona! Poco più avanti c’è la Torre dell’alfabeto, edificio-monumento con giganti lettere dell’alfabeto georgiano, e la Torre Batumi che, con i suoi 200 metri, è la più alta della
Georgia. Sia questo che altri grattacieli non sono altro che enormi alberghi
delle principali catene del Mondo.
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"Ali e Nino", ruota panoramica e Torre dell'Alfabeto |
Dietro a queste torri un enorme
giardino circonda un laghetto: raramente in città europee ho visto zone verdi
così curate! Camminare in mezzo a Batumi è una perfetta via di mezzo tra il
camminare in un qualsiasi villaggio georgiano e il percorrere le vie di una
moderna cittadina europea. Caos e calma, disordine e pulizia, sporcizia e
ordine. Inoltre in questo crocevia di culture si mescolano gli stili
architettonici e i luoghi di culto delle varie religioni si distanziano di
poche centinaia di metri. Ci siamo fatti una bella camminata riposando di tanto
in tanto visto un mio fastidio allo stomaco. Notevole il wc pubblico: con 2 GEL
ho avuto diritto a 30 cm di carta igienica e a un secchio d’acqua. In caso di
urgenze vi consiglio altre soluzioni oppure di portarvi un rotolo in borsa.
Anche al ritorno le deviazioni ci
hanno allungato il viaggio, che è stato comunque piacevole. Arrivati a Kutaisi
abbiamo fatto un ulteriore upgrade alla nostra esperienza coi marshrutka:
fermare il marshrutka urbano giusto, al buio sulla strada, scendendo perfino al
punto giusto. Anche in questo caso la pronuncia impeccabile della destinazione
e un dva (“due” in russo) per pagare
le corse ci ha fatto superare il livello. Quasi integrati!
Kutaisi (ქუთაისი)
Il giorno successivo, il penultimo in
Georgia, il tempo era come il giorno dell’arrivo nel paese: a dir poco piovoso. Abbiamo
deciso di dedicare le ultime ore a Kutaisi e dintorni, in particolare
era nostra intenzione visitare le diverse cattedrali e chiese riconosciute dall’UNESCO
come Patrimonio dell’Umanità.
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Cattedrale di Bagrati |
La prima tappa è stata la Cattedrale di Bagrati, imponente ma
restaurata in modo forse troppo futuristico: proprio per questo l’Unesco ha
dimostrato la propria preoccupazione per “l’integrità e autenticità del sito”. Essendo
Domenica delle Palme, un viavai di fedeli entrava ed usciva da tutte le chiese
portando mazzetti di fiori. Dentro la cattedrale la funzione religiosa cantata è stata davvero emozionante. All’uscita un anziano signore ci ha fermati dicendoci (un
po’ in georgiano, un po’ in russo, un po’ a gesti e forse un po’ in inglese)
che lui cantava in un importante coro georgiano di Kutaisi e che voleva farci
ascoltare il suo cd in macchina. Invitati a sederci sulla sua auto, dapprima
abbiamo rifiutato poi, visto che cercava di metterci a nostro agio, siamo saliti a bordo. Avevo il desiderio di acquistare un cd di musica georgiana
e quello che ci stava facendo sentire era davvero bello. Però per un cd
stampato artigianalmente 10 GEL ci sembravano un po’ troppi! Ogni tentativo di contrattazione
è stato inutile ma, non avendo trovato da nessuna parte negozi di dischi, ho
accettato l’offerta e ho acquistato il cd. Con gentilezza, prima di salutarci
cordialmente, ha detto a Cristina che il suo viso molto grazioso aveva dei
lineamenti georgiani. Caro signor corista, io georgiane belle come Cristina non
ne ho viste!
Nel cercare un modo per raggiungere
altri due santuari ci siamo imbattuti nell’ufficio turistico, dove un ragazzo
annoiato ma molto molto cordiale ci ha dato utili informazioni in inglese. Sotto il
diluvio, con un marshrutka abbiamo raggiunto lo splendido monastero di Gelati. Il luogo incantevole, l’affascinante struttura
e i meravigliosi affreschi del XII secolo lo rendono la chiesa che mi è
piaciuta di più di tutto il viaggio insieme al monastero di Sapara ad Akhaltsikhe.
Purtroppo la pioggia scrosciante non ci ha permesso di raggiungere a piedi l’altro
importante monastero nei dintorni di Kutaisi, quello di Motsameta. Fradici ed
infreddoliti, con un taxi che ci ha proposto di portarci ovunque, siamo tornati
in città. La sera, col tempo migliore, è stato molto piacevole passeggiare tra
le vie del centro: particolarmente bella era la Fontana della Colchide,
stupendamente illuminata, raffigurante il mito di Giasone e del Vello d’Oro.
Era l’ultima sera, perciò abbiamo
deciso di andare a mangiare in un ristorante di livello un po’ più alto per
spendere un po’ di più e finire i Lari avanzati. La differenza si è vista subito quando ci siamo accorti
che per la prima volta in quindici giorni non erano presenti clienti georgiani,
addirittura quattro italiani oltre a noi e perfino una guida alpina che
conoscevo! Lo stile dell' arredamento era molto carino e ad un certo punto siamo stati deliziati da musica jazz suonatavdal vivo. Ad ogni modo le varie ed abbondanti leccornìe ordinate senza troppe
riflessioni sono scomparse sotto i nostri denti e ci sono costate non più di 6
euro a testa!
L’indomani abbiamo deciso di passare
la mattinata prima di partire al Mercato
di Kutaisi. Ammetto che è stato uno dei luoghi che mi è piaciuto di più di
tutto il viaggio! Grandissimo, più grande di quello di Tbilisi, è una festa di
colori, rumori, profumi. C’è il settore delle farine, quello dei formaggi,
della carni, delle verdure, delle patate, degli attrezzi artigianali, dell’abbigliamento,
delle scarpe. Tutto esposto in una maniera che definirei artistica. Qui abbiamo
acquistato alcuni souvenir tra cui i churchkhela.
Non vi dico cosa sono, visto quanto ci abbiamo messo noi a capirlo: vi
mostriamo le foto, provate ad indovinare di che si tratta!
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Nel mercato di Kutaisi |
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Coloratissimi churchkhela. Indovinate cosa sono! |
Sotto una debole pioggerellina, così
com’è iniziato, questo magnifico viaggio è finito. Nello zaino non sono tornati solo
i miei vestiti sporchi, sono tornate soprattutto esperienze uniche ed emozionanti,
situazioni che arricchiscono e fanno crescere. Avrei pagine e pagine di
aneddoti da raccontarvi, molti omessi solo per distrazione o per non dilungarmi
troppo, ma ve li racconto volentieri facendo insieme qualche escursione o
qualche viaggio.
Io e Cristina vi invitiamo a visitare
la Georgia un po’ come abbiamo fatto noi, a contatto con la gente, cercando di
vivere con i georgiani come i georgiani.
Se avete bisogno di informazioni o se preferite essere accompagnati in
Georgia per godervi questo paese con un po’ più di tranquillità non esitate a
contattarmi!![]() |
Almeno un selfie ci vuole! Grazie della lettura! |
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