In questo post vi voglio descrivere un luogo veramente selvaggio, tra i meno frequentati del Parco Nazionale dello Stelvio ma non per questo carente di fascino, anzi! Parlo della Vallumbrina, apice della Val del Monte, una delle due diramazioni della Val di Peio.
In questa valletta ogni passo è una meta, quindi non preoccupatevi se non riuscirete a salire fino al Passo della Sforzellina, valico che unisce Trentino e Lombardia, non rimarrete comunque delusi!
Si lascia l'automobile al parcheggio in località Fontanino, a 1670 metri di quota (ho parlato di questo luogo in un precedente post), dove è possibile subito assaggiare un po' di fresca acqua ferruginosa...non tutti vanno matti del suo sapore, ma i suoi benefici sono conosciuti da secoli. Si sale dal comodo sentiero n.110 in destra orografica che in breve tempo raggiunge il bordo del Lago Pian Palù (1800 m), bacino artificiale dalla capienza di oltre 15 milioni di metri cubi d'acqua. La diga raccoglie i torrenti che vivaci scendono dalle vallette sospese di Comiciolo, Montozzo, Valpiana e Vallumbrina. Poco sopra il muro della diga, nei pressi della Malga di Celentino, il sentiero 110 scende leggermente per poi proseguire sostanzialmente in piano per tutta la lunghezza del lago, circa 2 chilometri. Quando il bacino è di un livello sufficientemente alto, i boschi si rispecchiano nell'acqua color smeraldo producendo un effetto mozzafiato.
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Lago Pian Palù |
Raggiunta la Malga Palù, recentemente ristrutturata dopo essere stata danneggiata da una slavina, si mantiene la destra orografica evitando quindi il ponte di legno sul torrente Noce. Da questo punto il sentiero si fa più tortuoso e meno visibile, ma risulta essere piacevole proprio per questa caratteristica: inerpicandosi tra larici, cembri e radure ancora mantenute dall'alpeggio delle vacche "asciutte" che passano qui l'estate, nemmeno ci si rende conto di guadagnare quota e in un'oretta, improvvisamente ci si affaccia su un grazioso laghetto (2237 m).
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Laghetti |
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Piz Giumella e San Matteo dal laghetto |
Siamo all'imbocco della Vallumbrina, ai piedi della Punta di Ercavallo (3068 m). Di fronte, dall'altra parte della valle, dominano la Punta San Matteo (3678 m) e il Piz Giumella (3594 m). A circa due ore dal Fontanino, per i meno allenati già questa può essere un'ottima meta! E' inoltrandosi nella valle che si apprezza veramente la natura selvaggia delle praterie d'alta quota. Da qui in poi bisogna definitivamente affidarsi esclusivamente ai segni convenzionali bianchi e rossi pitturati sulle rocce.
A sinistra ripidi ghiaioni, amatissimi dai camosci, scendono dalla cresta Ercavallo - Corno dei Tre Signori, mentre sulla nostra destra la prateria si alza fino a sfiorare le rocce del Monte di Villacorna. Quando il torrente da impetuoso diventa calmo e liscio, nella piana ricoperta di genziane, si attraversa la passerella per portarci in sinistra orografica. Imboccando a destra il sentiero 141B si arriva in Valpiana, a sinistra si sale verso la testata della Vallumbrina.
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Passerella sul torrente - sent. 110 |
Terminato il piano un sentiero a destra porta al laghetto glaciale di Vallumbrina, un'altra possibile meta. Invece proseguendo dritti e attraversando il torrente il sentiero torna a salire, in mezzo a una moltitudine di coloratissimi fiori d'alta quota e circondati dal fischio delle marmotte. Un altro bivio sulla destra ci indica la possibilità di raggiungere il Passo Dosegù e il Bivacco Battaglione Ortles, di cui sicuramente vi parlerò in un altro post.
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Il tratto finale in alta Vallumbrina |
Continuando a percorrere la Valletta i segna-sentiero iniziano a farsi più rari e gli ometti in pietra aiutano nell'individuazione del percorso ideale. Superato anche l'ultimo tratto in piano, proprio sotto l'imponente Corno dei Tre Signori (3360 m), la prateria lascia lo spazio alle pietraie, agli sfasciumi scaricati dal pendio e al nevaio (da cui nasce il Torrente Noce!). Questo ultimo tratto è consigliato solo ad escursionisti esperti! Si tratta di un'ultima ora di cammino su tratti di neve, ghiaioni, macereti e roccette. Non sempre il sentiero è ben individuabile e in base alla stagione e alla presenza di neve sta all'escursionista valutare dove passare. Si superano i reticolati di filo spinato e si raggiunge il Passo della Sforzellina a una quota di 3005 metri. La vista è stupefacente: di fronte troviamo il Passo Gavia e la Valfurva, alla destra il Pizzo Tresero e il San Matteo, a sinistra il Corno dei Tre Signori.
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Passo della Sforzellina. Alle spalle il Corno dei Tre Signori |
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Vallumbrina vista dal Passo della Sforzellina |
Questo valico è stato una fondamentale via d'accesso alla Val di Peio durante i secoli e durante il primo conflitto mondiale un confine temuto da entrambe le parti. Ora non sembrerebbe nemmeno possibile scendere al Gavia ma sicuramente una mutata morfologia del territorio ha modificato l'accessibilità con lo scorrere del tempo.
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Passo Gavia |
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Tresero, Dosegù, San Matteo |
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San Matteo da una postazione di artiglieria. Più amore meno guerra! |
Nel ritorno procedere con attenzione nel primo tratto. Tornando verso il Palù sarà più facile scorgere dall'alto alcuni segni della secolare presenza dell'uomo: ruderi di piccole baite, paramassi, recinti di pietra. Dall'alto è mozzafiato anche la vista su tutta l'alta Val del Monte.
Gli oltre 1300 metri di dislivello distribuiti su oltre 7 km (ricordiamoci che bisogna tornare indietro!) ne fanno nella sua interezza un itinerario lungo oltre che impegnativo. Ma come ho già scritto non importa dove si arriva, la Vallumbrina è tutta splendida!
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Corno dei Tre Signori dal Bivacco Battaglione Monte Ortles |
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Corno dei Tre Signori |
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Vallumbrina valle d'acqua |
ATTENZIONE!! Alcune vecchie mappe non indicano l'attuale sentiero CAI-SAT n. 110, ma il vecchio percorso che da Malga Paudei andava direttamente in Vallumbrina. Questo sentiero non esiste più da un paio di anni e non è percorribile. Come alternativa da Malga Paludei alla Vallumbrina è stato aperto il nuovo 141A che passa dalla Val Piana.
Il più diretto è comunque il n. 110, (sulle mappe Kompass indicato con una linea puntinata).