Viaggio in Georgia - Parte 1 - Georgia!? Akhaltsikhe e Vardzia
In Georgia?!
Un
viaggio pieno di sorprese, piacevole e che mi ha segnato molto,
andando a incidere ulteriormente la mia mente dove già l'esperienza in Patagonia
(di cui prima o poi scriverò...) aveva scavato. La semplicità, la sobrietà,
il vivere (più o meno felicemente) dell'essenziale, eliminando per forza il
superfluo. Questi viaggi fanno riflettere soprattutto su questi punti. Se in
Patagonia però toglieva il fiato la grandiosità della Natura, in Georgia è
stato forte l'impatto dell'uomo: l'uomo resiliente, l'uomo delle
contraddizioni, l'uomo nella storia, l'uomo dei miti, delle guerre, delle
grandi rinascite, dei conflitti e della condivisione e comunione.
In
molti mi chiedono: perché la Georgia? Sono sempre stato incuriosito dai Paesi
ex sovietici che dalla ex Jugoslavia arrivano alla Cina, e la catena montuosa
del Caucaso mi ha sempre attratto. In realtà però la grande opportunità è
sorta dall'inaugurazione di una nuova connessione aerea low-cost tra Malpensa e
Kutaisi, la seconda città georgiana.
Se
vi chiedessi come vi immaginate la Georgia, come mi rispondereste? Ecco, prima
di partire anch'io non avevo ben chiare le mie aspettative. Di quell'area del
mondo si sa poco, a malapena sapevo quali sono i Paesi confinanti. Per questo
motivo ho deciso di condividere con voi la mia esperienza, vissuta con la mia
ragazza Cristina, in maniera che possiate conoscere qualcosina di più di un
luogo che non è poi così lontano da noi... Mi piacerebbe solleticarvi la voglia
di visitare la Georgia senza rubarvi il fascino della scoperta, quindi non
preoccupatevi, non vi svelerò troppo! Non mi dilungherò in spiegazioni
dettagliate stile Lonely Planet (che abbiamo utilizzato, ed è stata
eccezionale).
Sono
comunque disponibile, a richiesta, a darvi informazioni più approfondite o ad
accompagnarvi in questo splendido Paese: come vi racconterò, non mancano i
trekking, le avventure, i luoghi sacri, i siti storici da visitare.
La prima foto scattata: a bordo del marshrutka |
La
Georgia non è una nazione facile da visitare. I trasporti ci sono ma non sono
esattamente comodi, le strade rispetto ai nostri standard sono disastrate, a
parte alcune eccezioni, e anche le brevi distanze possono diventare
un'avventura. Pochissimi parlano l'inglese, vi potrebbe andare meglio se
conoscete un po' di russo, hanno un alfabeto tutto da imparare e non sempre ci
sono le traduzioni in alfabeto latino. L'alternativa sarebbe quella di
affidarsi a viaggi iperorganizzati, utilizzando come base Tbilisi, la capitale,
e poi spostarsi con i pullman delle compagnie turistiche. Ma così si perderebbe
l'avventura, il contatto con la gente, l'esperienza di muoversi come i
georgiani con i georgiani, la parte più bella del viaggio.
Premetto
che si è trattato di un viaggio molto economico e con meno di 25 Euro al giorno
siamo riusciti a non farci mancare niente: trasporti, notte in guesthouse, cena
in guesthouse o al ristorante, colazione abbondante, pranzi semplici ma
sostanziosi. Alcuni giorni abbiamo vissuto con meno di 15 Euro a testa. Abbiamo più o meno sempre cercato soluzioni piuttosto economiche ma senza
essere ossessionati dalla spesa; si potrebbe tranquillamente campare con meno
di una decina di Euro al giorno dormendo in ostello in camerata, provando a
cucinarsi i pasti (auguri!), evitando di prendere i taxi e quindi di visitare
alcuni luoghi particolarmente interessanti non serviti da altri mezzi di
trasporto.
Il primo impatto
L'arrivo
notturno all'aeroporto di Kutaisi non ci ha anticipato nulla, così come il
tassista che per pochi euro ci ha accompagnati dall'aeroporto all'ostello, dato
che naturalmente non sapeva nemmeno mezza parola in inglese. Al desk dei taxi
in aeroporto ci hanno regalato una sim card che non abbiamo mai utilizzato, ma
che a costi vantaggiosi darebbe la possibilità di telefonare e navigare senza
spendere un patrimonio. La prima notte in un ostello molto economico ci ha
invece dato una prima idea della Georgia. Avevamo prenotato la camera doppia
"vista piscina" ed in effetti la piscina c'era, di epoca sovietica e
dismessa da un paio di decenni, ma comunque affascinante. Il padrone
dell'ostello, che sapeva qualche parolina di inglese, è stato molto gentile ad
accompagnarci in auto alla stazione degli autobus, visto il diluvio della
mattinata. Soprattutto ci ha aiutati a trovare il nostro primo marshrutka.
Il maršrutka
Un marshrutka |
Il maršrutka o marshrutka è il mezzo di trasporto più
utilizzato in Georgia. Si tratta di un minibus tendenzialmente da 15 posti (e
se è da 9 lo fanno diventare da 15), utilizzato a livello urbano nelle città
più grandi o extraurbano come collegamento capillare del Paese. Quasi mai hanno
un orario fisso, in linea di massima si sa quante corse effettua su una
determinata tratta e più o meno a che ora parte, ma fondamentalmente l'autista
parte quando valuta che il numero di passeggeri o di merce a bordo è
sufficiente. Eh sì, perché il marshrutka è anche un corriere espresso:
farina, pneumatici, mele, pacchetti, l'autista riceve la telefonata e lui si ferma
a ritirare e consegnare la merce, facendo stringere i passeggeri se il furgone
dovesse essere pieno. Se uno sa pronunciare bene il nome della destinazione,
dal capolinea della corsa non è troppo difficile individuare il pulmino giusto
chiedendo ai vari autisti (l'alternativa è conoscere l'alfabeto georgiano e
leggere la destinazione scritta su dei cartoncini appoggiati al cruscotto),
diverso è dover fermare un marshrutka in corsa per scendere o salire, non
esistendo delle fermate prestabilite, né urbane né extraurbane. Ti metti in
strada e, se sai riconoscere in velocità il minibus giusto, lo fermi con un
cenno del braccio. Non è comunque detto che si fermi, potrebbe essere pieno
oppure troppo lanciato per fermarsi. Se sei a bordo e devi fermarti da qualche
parte, speri che l'autista abbia capito dove vuoi scendere, oppure cerchi di
chiedere all'autista o agli altri passeggeri che, pur non sapendo l'inglese,
sono abbastanza comprensivi verso i pochi turisti.
In
realtà, a parte sulle tratte "gettonate" dal punto di vista turistico, dove il marshrutka potrebbe essere
fornito addirittura di indicazione in caratteri latini e portellone automatico,
non credo che molti turisti utilizzino questi mezzi di trasporto...eppure i
marshrutka sono la parte "avventurosa" del viaggio, la variabile che
può portarti a destinazione o farti rimanere lì senza che tu possa prevedere
tempi e fare troppi programmi. Bisogna adattarsi perché raramente sono comodi e
le tratte possono essere lunghe e accidentate.
Sì,
accidentate perché le strade georgiane, ad eccezione di alcune nuove tratte,
sono una vera avventura: pavimentazione di scarsissima qualità, buche che
sembrano pozzi, frane e massi in carreggiata sono una cosa normale, così come
sono normali pascolamenti di mucche e maiali, che vengono schivati ad alta
velocità, senza toccare il freno. La velocità è proprio l'aspetto
caratterizzante dei marshrutka, sono a tutti gli effetti i mezzi più veloci e
più spericolati. Ottimi autisti che conducono a velocità folli pulmini che non
conoscono revisione, che talvolta al posto del tettuccio apribile hanno il
pavimento bucato, che utilizzano pneumatici talmente consumati che le
"slick" da F1 sembrano fatte per i fuoristrada. I mezzi più veloci e i
più economici. Infatti 3-4 ore di viaggio costano circa 15-20 GEL (Georgian
Lari), su per giù 6 Euro. Non si capisce se esiste un tariffario, se si va ai
chioschi nelle stazioni fanno pagare in anticipo e talvolta applicano una
"tariffa turista", invece chi sale e scende lungo la corsa paga alla
fine e generalmente sa già quanto deve al conducente. Dei mezzi e delle
strade della Georgia parlerò ancora.
Akhaltsikhe ( ახალციხე ), Samtskhe - Javakheti
A ogni modo, dopo 4 ore di viaggio, da
Kutaisi arriviamo alla nostra prima tappa, Akhaltsikhe (1.029 m), una cittadina di oltre
quindicimila abitanti nella regione del Samtskhe-Javakheti, passando attraverso montagne,
boschi e praterie davvero belli.
Akhaltsikhe |
Appena scesi dal pulmino, un po' spaesati
e ancora senza un posto dove dormire, veniamo subito avvicinati da una signora sulla sessantina,
Jasmine, che in inglese sapeva dire solo "Guest-house?", ci invita a
seguirla e ci conduce a casa sua, dove vive con la figlia e tutta la sua
famiglia, ci mostra la camera, contrattiamo il prezzo di cena, notte e
colazione e ci propone il marito come tassista per accompagnarci nelle varie
mete turistiche. Ovviamente tutto ciò è stato possibile poiché la figlia
Kristina parla abbastanza bene l'inglese. L'accoglienza è stata semplice ma ci
hanno fatto sentire a casa, sono stati tutti molto carini con noi, insomma una
bella famigliola! Con guest-house in Georgia si intende qualcosa
di più di un bed & breakfast, si dorme in una camera della casa e si
soggiorna utilizzando gli spazi comuni con i proprietari. Addirittura la stanza
da pranzo coincideva con il monolocale di Jasmine e suo marito.
Essendo Jasmine, come la maggioranza della
popolazione della cittadina, di origini armene, la cena e la colazione sono un
buon miscuglio di cucina tipica georgiana e armena. Tutto buono e sostanzioso, a partire dal piatto più tipico della Georgia, i khinkali (perlerò anche del ci bo in seguito...). Eccezionali i dolci fatti in casa e il caffè turco preparato per darci il
benvenuto.
E' stata l'accomodation che più mi è
rimasta nel cuore, quindi se capitate da quelle parti vi invito a soggiornare
da Jasmine e Kristina!
Ho scoperto che sono anche su
Airbnb...
Durante in nostri due giorni ad
Akhaltsikhe abbiamo inaugurato il viaggio visitando luoghi davvero
meravigliosi.
La città vecchia è sovrastata da una
fortezza molto ben restaurata e di notte splendidamente illuminata, il Castello di Rabati, risalente
al XII sec.. La vicinanza sia al confine turco sia a quello con l'Armenia ha
fatto sì che qui transitassero popoli di ogni confessione: all'interno delle mura sono
presenti una chiesa ortodossa georgiana, una armena apostolica e cattolica, una
sinagoga e una moschea.
Il Castello di Rabati |
Il marito taxista di Jasmine ci ha
accompagnati in altri due luoghi mozzafiato: il monastero di Sapara e la città
rupestre di Vardzia.
Il monastero di Sapara, fondato nel IX sec., si trova a una quindicina
di km dalla cittadina. E' situato in uno scenario davvero splendido, ma già da
solo il monastero è davvero qualcosa di incredibilmente affascinante. Si tratta
di un seminario dove incontriamo solo monaci ortodossi di tutte le età. E'
entrando nel monastero principale che siamo rimasti letteralmente a bocca
aperta: antichissimi affreschi, lucenti icone dorate e soprattutto un silenzio
melodioso. Pochi minuti di contemplazione lì dentro possono bastare a
rigenerare la mente, un'esperienza davvero unica. All'interno delle chiese
ortodosse non sono gradite le fotografie ed è meglio così, dovete andarci di
persona per capire!
Monastero di Sapara |
La città rupestre di Vardzia si
trova più distante, circa 60 km di strada (parecchio dissestata) immersa in una
natura stupenda. Affascinanti sono gli aspetti geologici, con cambi repentini
di paesaggio dopo ogni curva. Lungo la strada il nostro taciturno ma buonissimo
autista ci ha invitato a fare una sosta presso i ruderi della fortezza di
Khertvisi e ne è valsa decisamente la pena! Questo imponente castello
risalente al X sec. è posto su uno sperone roccioso, all'incontro di due fiumi,
a pochi km dalla frontiera turca.
Khertvisi |
Vardzia è forse una delle opere umane più affascinanti
che abbia mai visto. Nata come fortezza nel XII sec., l'amatissima regina Tamar
la fece diventare un enorme monastero interamente scavato nella roccia. Pensate
che nel momento del suo massimo splendore ospitava fino a 2000 monaci. Finora
sono state scoperte oltre 400 stanze, 13 chiese e decine di cantine per il
vino. Un violento terremoto prima e l'invasione dei Persiani successivamente
portarono in decadimento e abbandono la città. Dopo la caduta dell'Unione Sovietica
alcuni monaci sono tornati ad abitare alcune di queste grotte. Le immagini non
rendono la grandiosità e la bellezza del complesso rupestre.
Vardzia |
Chiesa dell'Assunzione |
Conclusa la prima tappa del viaggio, siamo stati raccomandati dal marito di Jasmine a un rapidissimo (e folle) autista di marshrutka che, schivando buche e mucche ci ha condotti a Tbilisi, la capitale.
Continua...nel prossimo post!
Davvero bello gabry...Complimenti per l 'impegno nel scrivere queste pubblicazioni e per la curiosità, la voglia di conoscere e di viaggiare anche in posti meno conosciuti, come la Georgia, che susciti nel lettore...
RispondiEliminaGrazie @Francesco! :)
RispondiEliminaCiao Gabriele, hai affrontato questa esperienza a zaino in spalla immagino?!
RispondiEliminaCiao! Esattamente, abbiamo fatto diverse tappe in lungo il largo, alcune purtroppo solo di pochi giorni, saremmo rimasti volentieri di più!
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