Eccomi qua a scrivere l’usuale resoconto delle mie trasferte
sportive.
Questa volta si va in Finlandia, più precisamente ad Ӓkäslompolo,
in Lapponia, nell’area del monte Ylläs per un campo di allenamento e per
correre la prima sessione di Coppe del Mondo di sci orientamento, dal 29
novembre al 10 dicembre. Undici impavidi rappresentanti della nazionale
italiana di ski-o affronteranno questa trasferta: si tratta di un raduno che
vale più di una intera stagione di gare in Italia, quindi di importanza fondamentale.
Data la scarsa possibilità di sciare nel
periodo precedente, siamo saliti qualche giorno prima delle gare per
poter riacquistare la tecnica e per riprendere confidenza con neve e sci stretti;
da mercoledì inizieranno poi le gare di Coppa: middle distance, mixed sprint
relay, long distance e sprint.
Il viaggio.
Come spesso accade in queste trasferte, il viaggio può
diventare una sorta di odissea tra ore di spostamenti in auto, ore di volo, ore
di attesa in aeroporto, ore di trasferimenti un bus. Dico solo che la partenza
è stata il 29 novembre alle ore 11.30 da Cogolo, l’arrivo si è registrato
attorno alle ore 14.30 del 30 novembre. Voliamo con Finnair, sia la tratta
Malpensa – Helsinki che Helsinki – Kittilä, entrambi confortevoli, il primo
mezzo vuoto, il secondo pieno. Atterriamo all’aeroporto a conduzione familiare
di Kittilä, grande più o meno come una stazione della ferrovia Trento-Malè,
verso l’una del pomeriggio, assistendo a un tramonto mozzafiato. Ebbene dovete
sapere che il tramonto lappone dura circa due ore e in quel momento era già
iniziato da un’ora; pensate, anche l’alba lappone dura circa due ore e inizia
attorno alle 9.30 del mattino.
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L'aeroporto a conduzione familiare di Kittila |
L’autobus chiodato in un’oretta ci conduce attraverso boschi,
boschi, boschi e qualche collina spoglia fino al piccolo centro turistico di Äkäslompolo,
stranamente in riva a un lago ghiacciato, dove ci attende una casetta affittata
tramite l’organizzazione. Si tratta in realtà di una reggia (però costata
poco!) completamente in legno. E quando dico completamente significa che ogni
singolo muro interno ed esterno è fatto di tronchi incastrati, alcuni di 40 cm di diametro. Al centro
c’è un caminetto particolare fatto di rocce locali, con ben tre fuochi sui tre
lati: soggiorno 1, soggiorno 2 e cucina-sala da pranzo. Anche in questo caso
come mi è già capitato di apprezzare in Scandinavia, i geometri sanno il fatto
loro: in circa 100 mq disposti su piano terra e soppalco sottotetto con vista
soggiorno ci stiamo comodi in 11. Naturalmente compresa sauna e bagno per ogni
camera.
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Davanti alla nostra casetta |
Nonostante poco dopo il nostro arrivo sia notte fonda,
approfittiamo delle piste da fondo illuminate e sfidiamo i -24°C in un’oretta di sciata,
un toccasana dopo un viaggio del genere. A questo punto i lettori potranno chiedersi come è possibile fare
fondo a queste temperature. La verità è che i -24° scandinavi sono meno
aggressivi di quello che si pensi, ovviamente una volta prese le dovute
precauzioni. Qui a queste temperature è difficile “tremare dal freddo”, è più
facile sentire “bruciare” la pelle se lasciata a contatto con l’aria, a causa
della bassissima umidità. Con un normale abbigliamento invernale (quello della
Val di Peio però, non quello di Siracusa), passamontagna integrale, guantoni o
sottoguanti, calzettoni di lana e mutande termiche (consigliato soprattutto ai
maschietti onde evitare di vedersi ritirare il pisellino ai minimi storici) si
sopporta abbastanza bene. Meno pelle è a contatto con l’aria e più ci si muove,
meglio è.
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La cameretta mia e del Giordo |
Il primo giorno. 01/12
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Una porzione della mappa delle piste da fondo della zona. |
All’alba del primo giorno ci aspetta un “lungo lento”, cioè
una sciata a ritmo lento per almeno due ore e mezza. Io e il buon “Giordo”
Slanzi decidiamo di andare più o meno a caso tra le infinite piste da fondo di quest’area: anche guardando una
cartina e leggendo le indicazioni, voi vi ricordereste di località tipo Hangäskurun
laavu, Kesanginkeidas o Kellostapulinkuru?
Per lo stesso motivo però speriamo
di non perderci perché chiedere indicazioni per raggiungere questi luoghi
sarebbe impegnativo. Per capire cosa intendo quando dico infinite, dovreste
vedere una mappa delle piste: in Scandinavia difficilmente si trovano “centri
fondo” come li concepiamo noi, immaginatevi piuttosto le piste da fondo come
una rete di strade a doppio senso di marcia per gli sci stretti che connettono
varie località e città anche molto distanti tra loro. Alcune di queste piste
sono illuminate dalle 7 alle 22 e naturalmente sono gratuite. Di tanto in tanto
ci sono capanne, bivacchi e tettoie dove ristorarsi, ma per centinaia di
chilometri potresti non vedere nemmeno un edificio.
Risulta molto piacevole sciare su queste piste, che non sono mai
ripide, e incontriamo un sacco di persone. Pochi sciano bene, ma tutti si fanno
le 3-4 ore di passeggiata sugli sci da fondo. Dalla notevole quantità di
impronte ed escrementi presenti in alcuni tratti di pista, intuiamo la
massiccia presenza di erbivori in zona. Non passa molto tempo e ci troviamo
davanti a pochi metri un giovane ungulato ben presto identificato come un
esemplare di renna. Ecco chi ha scagazzato così massicciamente in pista! Se in
un primo momento l’erbivoro sembra non troppo scosso, tempo di estrarre la
macchina fotografica e la renna se la fila sulla pista. Io e Giordo restiamo un
po’ sbigottiti e una domanda ci balena nella mente: come fa Babbo Natale a
farsi tirare la slitta da un animale che correndo sculetta in un modo così
dannatamente sgraziato?
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Le renne scagazzano in una maniera esagerata sulle piste da fondo. Ma rimangono comunque simpatiche. |
A questo punto, essendo mezzogiorno e quindi ormai all’inizio
del tramonto, decidiamo di dirigerci
verso una montagna per poter osservare il panorama dall’alto. Una nota per i
lettori: la nostra casetta si trova a 200 m di altitudine, tutt’attorno ci sono
montagnole alcune delle quali superano quota 700 metri. Il limite
della vegetazione arborea si trova però attorno ai 450 m, perciò basta superare
questa altezza per poter vedere un discreto panorama. Naturalmente il montanaro
non viene particolarmente colpito dal paesaggio, ma i colori del cielo, quelli
sì che incantano! Durante una giornata, la luce è presente circa per il 10%, ma
in questo breve arco di tempo tutte le tonalità di colori caldi e freddi si
scontrano e si mescolano lasciando spazio a uno spettacolo inebriante.
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Mezzogiorno a Äkäslompolo |
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Saluti dalla Lapponia...-25° |
Sulla strada del ritorno avvistiamo anche una volpe e due
giovani autoctone dalle bionde trecce, a testimonianza della notevole presenza
faunistica di questi boschi. Scopriremo poi che ci troviamo nel parco nazionale
Pallas-Yllästunturin Kansallispuisto.
Dopo pranzo corsetta notturna e relax.
Secondo giorno. 02/12/13
Anche il secondo giorno prevede una lunga sciata mattutina.
Questa volta, forse a causa di una leggera velatura di nubi, il cielo ci si
presenta di un rosa intenso, veramente stupendo! Oggi la temperatura è un po’
più bassina, attorno ai -26°, e sciando molto sulle paludi il freddo si sente
leggermente di più.
Il pomeriggio il tempo peggiora leggermente, inizia un leggero nevischio e la temperatura si aggira sui -11°. La prima sciata tecnica classica è un toccasana! Le pendenze di queste terre sembrano fatte apposta per il passo alternato...goduria!
Terzo giorno, il Model Event. 03/12/13
Oggi giornata del Model Event, cioè un'area predisposta per "simulare" le situazioni delle gare: viene battuta una piccola rete di piste e vengono posizionate alcune lanterne; a ogni atleta viene fornita una cartina con le porzioni di mappa delle scale che verranno utilizzate per le competizioni, nel nostro caso al 5000, al 10.000 e al 15.000. A dire il vero questo model event è un po' scarsino, ma dà già un'idea di come sarà nei prossimi giorni. La leggibilità sembra buona, la sciabilità così così, visto che i bastoni sfondano abbastanza.
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