Istruzione primaria e montagna - 11. Un compromesso per mantenere la scuola aperta: la Scuola Autonoma di Montagna
In questo
capitolo avanzeremo l’ipotesi di una proposta alternativa di scuola da
applicare alle zone montane colpite da spopolamento. Abbiamo schematicamente
analizzato la realtà scolastica di Peio Paese presso la “Scuola Viva” ed è
stato affrontato il tema delle charter schools americane, come modello per
andare incontro alle esigenze delle famiglie delle comunità locali e per
promuovere nuove forme di istruzione autonome ed efficienti. E’ stato detto che
il modello “Scuola Viva”, per quanto possa essere un esempio evidente di come sia
possibile mantenere in vita una scuola in un villaggio di montagna, senza ombra
di dubbio si presenti come un caso difficilmente replicabile altrove, a meno di
riscontrare una analoga determinatezza, disponibilità e competenza da parte dei
genitori dei bambini.
Possiamo
però ipotizzare un modello scolastico che si trovi a metà strada tra
l’esperienza di Peio e la charter school americana. A fronte delle difficoltà e
delle esigenze che i genitori dei bambini nei villaggi di montagna possono
riscontrare, ma allo stesso tempo considerando la crisi economica che spinge le
amministrazioni a razionalizzare le spese nell’istruzione, si potrebbe giungere
a un compromesso tra istituzioni e famiglie. Tutto
questo sempre tenendo conto di ciò che è stato esposto nei paragrafi
precedenti, ossia delle cause e delle conseguenze, spesso assai dannose, dello
spopolamento montano.Nel
caso in cui l’amministrazione locale dovesse disporre la chiusura di una scuola
in un paese di montagna, se un certo numero di genitori si opponesse, dovrebbe
essere data la possibilità di raggiungere questo compromesso: i genitori
potrebbero beneficiare dell’opportunità di riunirsi in un’associazione, la
quale si prenderebbe in carico l’istituzione di una sorta di charter school
(che chiameremo Scuola Autonoma di Montagna, SAM) dove, stipulando un contratto,
l’istituzione pubblica si impegna ad elargire una somma per ogni alunno, che
dovrà essere gestita nel migliore dei modi dall’associazione stessa. Tale
contributo economico difficilmente potrebbe garantire la copertura di tutte le
spese, ma verrebbe incontro alle famiglie che si impegnano, in massima
autonomia, a garantire istruzione adeguata (fornita dagli stessi genitori
oppure da uno o più insegnanti, oppure da volontari, purché in possesso di un
diploma di scuola superiore) in strutture idonee allo svolgimento delle
attività scolastiche. Gli unici vincoli dovrebbero perciò essere quello del
risultato, esaminando gli alunni annualmente tramite una commissione esterna, e
l’obbligo di trovare una struttura idonea secondo criteri quali accessibilità,
assenza di barriere, servizi igienici e grandezza delle aule. Si dà per
scontato che i genitori cercheranno la soluzione migliore per i propri figli,
utilizzando in modo razionale il fondo messo a disposizione, ed evitando
sprechi. Potrebbero essere assegnati dei fondi-premio o dei contributi
ulteriori alle SAM più meritevoli per capacità di gestione dei fondi, per i
risultati conseguiti, ma anche, ad esempio, per aver assunto come insegnante un
giovane neolaureato (si creerebbe così anche qualche posto di lavoro
qualificato). La gestione delle risorse sarà autonoma (eventualmente si
dovrebbe rendere conto all’amministrazione delle spese sostenute), così come
autonoma dovrà essere la scelta della modalità didattiche. Probabilmente si
tratterebbe di una o due pluriclassi, in base al numero dei bambini aderenti, quindi
sarebbe necessario elaborare un percorso didattico ad hoc tenendo conto delle caratteristiche del gruppo, andando a
creare un vero e proprio “laboratorio” di esperienze che potrebbero poi essere
condivise in una rete di SAM. Ciò permetterebbe di facilitare la nascita di
questo tipo di scuola mantenendo al contempo sempre più elevati standard di
istruzione.
Ricapitolando le caratteristiche della Scuola Autonoma di Montagna dovranno essere le seguenti:
- dove viene prevista la soppressione della scuola in una località di montagna i genitori possono unirsi in un’associazione e richiedere la possibilità di istituire una SAM;
- deve essere stipulato un contratto di durata pluriennale (ad es. 5-10 anni) tra associazione e istituzione scolastica per cui la seconda elargisce un contributo per alunno iscritto, mentre la prima si impegna a conseguire annualmente determinati risultati garantendo al contempo l’istruzione in strutture adeguate, secondo vari criteri. Il mancato raggiungimento dei risultati previsti dal contratto comporta la soppressione dell’incentivo monetario;
- il contributo per alunno iscritto deve essere stabilito tenendo conto della spesa media per alunno della scuola pubblica tradizionale[1];
- la SAM ha grande autonomia sia dal punto di vista didattico, sia da quello della gestione delle risorse;
- l’associazione deve affidare la pianificazione didattica a un responsabile che abbia frequentato un corso formativo sulla gestione di una pluriclasse, predisposto dall’ente pubblico;
- l’insegnamento può essere tenuto direttamente dai genitori, da volontari o da insegnanti, provvisti di una adeguata assicurazione;
- l’ente pubblico predispone dei fondi-premio per le SAM che conseguono particolari risultati didattici, che si distinguono per la capacità di gestione e che affidano l’insegnamento a giovani professionisti neolaureati in cerca di prima occupazione (ulteriore premio a chi stipula contratti pluriennali con lo stesso insegnante);
- ogni anno gli alunni delle SAM devono essere esaminati da una commissione esterna formata da insegnanti della scuola primaria;
- non devono esserci vincoli di accesso per gli alunni;
- il volontariato ha un grande ruolo, su qualsiasi livello: nell’offerta di un edificio come struttura scolastica, nell’insegnamento, nel procacciamento di risorse esterne, nella fornitura di servizi di trasporto, pulizia, ecc.;
- l’amministrazione locale può naturalmente mettere a disposizione della SAM delle strutture a prezzi vantaggiosi.
[1] L’istruzione primaria costa mediamente
tra i 6000 e i 7000 euro per studente ogni anno, dati 2009 dal rapporto OCSE Education At A Glance 2012, pp. 213-227.
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