Istruzione primaria e montagna - 3. Conseguenze dello spopolamento

III.                        PRINCIPALI CONSEGUENZE

Si potrebbe pensare che non ci sia niente di drammatico in questo fenomeno, che si tratti di una “naturale” tendenza dettata dai tempi, irreversibile e priva di gravi conseguenze. In realtà il calo demografico, e soprattutto l’abbandono delle tradizionali attività agricole della montagna, portano con sé fattori di rischio allarmanti. Alcune delle conseguenze sono state indirettamente trattate nei paragrafi precedenti, ma è bene ricordare in modo schematico le problematiche ed esso collegate, suddividendole in tre principali punti di vista[1] tra loro connessi:
·     Socio-culturale: perdita di identità e di tradizioni centenarie, disgregazione delle comunità e dell’insieme di valori “tipici”, possibile anomia e senso di smarrimento, disfacimento di istituzioni tradizionali, perdita di conoscenze storiche e di elementi etnografici, chiusura dei servizi pubblici principali (medico, farmacia, posta, banca, scuola)[2], pendolarismo (per chi rimane) tra abitazione e luogo di lavoro (con tutte le problematiche connesse), difficoltà nel mantenere in vita le associazioni sportive e culturali, minor peso politico nelle sedi amministrative, mancanza di luoghi ricreativi e di aggregazione (in particolare per i giovani), minore probabilità di confrontarsi con altre culture e altri punti di vista rischiando carenza di curiosità e la conseguente chiusura intellettuale;

·         Economico: declino dell’agricoltura, dell’allevamento, dell’artigianato e delle relative conoscenze empiriche, scomparsa non solo di attività economiche “secondarie” (sale giochi, cinema, ecc.), ma anche primarie (alimentari, mercati, bar, ecc.), perdita di valore paesaggistico e quindi minore potenzialità di attrattiva turistica, brain-drain;

·         Fisico e geologico: scarso controllo e mancanza di manutenzione del territorio con conseguente accentuazione dei fenomeni di dissesto idrogeologico (frane, alluvioni, ecc.). Lo spostamento della popolazione in aree urbane nel fondovalle e in pianura provoca una crescente pressione antropica e insiste sulle problematiche tipiche dei centri urbani (traffico, cementificazione, aree di insediamento periferiche marginalizzate, inquinamento, ecc.).

L'abbandono della montagna e la mancanza di manutenzione del territorio provoca dissesto idrogeologico, al quale è necessario porre rimedio costruendo costose opere idrauliche e di contenimento.






[1] Le problematiche sono praticamente le stesse in ogni area montana nazionale e ogni ente locale interessato ha cercato e cerca possibili soluzioni per intervenire nelle situazioni più critiche. Ho preso in riferimento i siti internet di diverse province montane e ho trovato particolarmente completo e interessante il piano per contrastare lo spopolamento della Provincia di Cosenza. L’indirizzo web è indicato in bibliografia.
[2] Spiegheremo in seguito che la chiusura dei servizi pubblici può essere sì una conseguenza, ma è soprattutto un fattore di accelerazione del fenomeno.

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