LETTONIA - ESOC 2013 - Long Distance

LETTONIA - ESOC 2013 - Long Distance


PARTE 4


Anche oggi il cielo è grigio, giù o meno dello stesso colore della neve e degli edifici. Le previsioni meteo ci avevano fatto sperare in almeno in angolino di cielo azzurro, anche se un pochettino più freddo. Invece anche oggi la temperatura si aggira intorno allo 0 e il cielo mantiene il suo allegro colore.

La zona dove era allestita l'arena di gara. Il cielo grigio.

Sull’autobus che porta dall’albergo all’arena di gara, che dista circa 45 minuti, ci siamo solo io ed Elena, essendo che gli svedesi, che soggiornano nel nostro stesso albergo, hanno i mezzi propri. Gli svizzeri sono andati con l’autobus precedente, stessa cosa per gli altri italiani. La strada, tutta completamente innevata, è degna di campionato di rally, e gli autisti dei vari bus di servizio della gara dimostrano le loro abilità di piloti. All’ultimo incrocio prima di giungere alla zona gara però qualcosa va storto: dalla faccia dell’autista capiamo che il pullman si sta guidando da solo, che non sta rallentando e che va decisamente troppo dritto. Il ragazzo all’incrocio per comunicare ai rari automobilisti la presenza di atleti in gara lungo la strada riesce a buttarsi di lato e l’auto che giunge dall’altra parte riesce a fermarsi e a spostarsi. Il pullman finalmente riesce a fermarsi a mezzo metro dalla macchina. Il pilota del bus dice tutto incazzato qualcosa di incomprensibile ma interpretabile e giungiamo sani e salvi all’arrivo.



I tre giri della Long distance

Il 75% delle piste erano di larghezza < 1,20 m.

La partenza della Long distance si trova sempre alla base delle piste da discesa di Gaizing Kalns, questa volta però si tratta di una mass start, dai più rinominata “ba-start”, date le sorprese che può riservare (bastoni o sci rotti, cadute, imbottigliamenti, disorientamenti, bastonate, sprofondamenti in neve fresca, incapacità di inserire in tempo la cartina nel leggìo…). Il triangolo della partenza, o punto K, si trova ad oltre 200 metri (in salita) dalla linea di lancio. Riesco ad inserire bene la cartina in tempo al grido “staaaaart!!” e il via è buono, pur partendo dalla terza fila. La massa degli atleti al punto K si divide in tre direzioni, probabilmente ci sono tre diversi primi punti. C’è un po’ di ingorgo quindi riesco a leggere bene e il primo punto mi sembra di trovarmi in una buona posizione. Al secondo e terzo punto però si entra in una rete molto fitta (ricordo che la scala è 1:15000, quindi più difficile da leggere) e commetto un errore che mi condanna a restare in fondo al “trenino” di atleti. Il quarto punto è uguale per tutti, poi i percorsi della "one man relay" (la formula utilizzata in questo tipo di gara) si dividono radicalmente in tre direzioni differenti. A me spetta una tratta in pista un po' più larga praticamente solo da sciare, ma mi accorgo subito che i miei sci sono troppo lenti e fatico a tenere il passo degli altri atleti, anche in discesa. D'altronde la mia scelta è tra due paia di sci, non di quattro o cinque o più come gran parte dei team: facendo questo sport gli sci subiscono regolarmente danneggiamenti, l'anno scorso in Kazakistan un paio mi è anche stato rubato. Quindi diventa oneroso continuare a comprare più paia di sci.

Il resto della gara procede senza errori, tranne qualche imperfezione. Guardando poi i percorsi degli atleti più forti, effettivamente mi rendo conto di aver sbagliato alcune scelte vantaggiose. Solo atleti con grande esperienza e che hanno grandi possibilità di sperimentare gare così sono in grado di "intuire" alcune scelte di percorso.

Partenza W21. Sfida alla forza di gravità. (foto Edgars Sparans)
Ai cambi carta sembro essere in una buona posizione, ma è difficile a dirsi vista la differenza notevole tra i vari forking. Succede però un fattaccio. Al quinto punto del terzo giro comincio a sentire non fame, ma più che altro voglia di qualcosa di buono. Alla sesta già avrei mangiato un panino allo speck e formaggio. Dieci minuti dopo ero in crisi nera. Non mi ricordavo di quanto fosse brutto avere una crisi di fame. Prima cominci a sentire freddo, poi perdi la cognizione del tempo e dello spazio, poi barcolli. E barcollando (ma assolutamente senza mollare) sono arrivato all'arrivo. Al penultimo punto mi raggiungono in atleta rumeno e uno ceco, ma non ho proprio più forze per reagire. Eppure avevo fatto una colazione degna del cenone di Capodanno. L'amarezza è solo per le due posizioni perse sul finale, ma sono comunque molto soddisfatto di aver percorso i miei circa 35 km con 290m di dislivello in 2 ore e 07 minuti. Il vincitore Peter Arnesson ha concluso la sua prova in 1h42'.

Il podio della Long: Arnesson (SWE), Kvaale (NOR), Tunis (FIN).







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