LETTONIA - ESOC 2013 - Epilogo

LETTONIA - ESOC 2013 - Epilogo


PARTE 6

Quindi con la staffetta "fuori programma" si concludono questi campionati europei di sci orientamento. 
La domanda a cui dovrei cercare di rispondere ora è: sono stati soddisfacenti i risultati di queste gare? 
Non è facile rispondere. O meglio, non è facile riuscire a trasmettere a chi legge, e soprattutto a chi non conosce l'ambiente dello ski-o, quello che è il mio grado di soddisfazione. 
E' evidente che qui non si parla della "soddisfazione numerica", quella data dalla classifica, quella di cui i media italiani abusano: secondo quel tipo di soddisfazione il primo è un eroe, secondo è una delusione, terzo è una disfatta. Io intendo parlare della mia soddisfazione personale, partendo da alcuni punti essenziali come l'allenamento, la preparazione tecnica, i problemi di tipo strutturale che interessano il movimento orientistico italiano, le prospettive e le aspettative.
(foto Donatas Lazauskas)

Non voglio rendermi noioso, e nemmeno voglio passare per un egocentrico, presuntuoso "pieno di sé". Mi piacerebbe soltanto che prendendo spunto dalle mie esperienze si possa cercare di risollevare un movimento, quello dello sci-o italiano, che è stato la principale fonte di risultati importanti per la Federazione negli anni Novanta del secolo scorso; sci-o che potrebbe essere la disciplina che permetterebbe all'orienteering di diventare sport olimpico.

Per quanto riguarda l'allenamento, posso dire di essermi preparato bene. Forse non è stato l'anno migliore sia per qualità che per quantità degli allenamenti, a causa delle difficoltà date dal lavoro e dallo studio, ma con gli sci sono riuscito a tenere anche gli atleti  più forti, sia in questa occasione sia allo Ski-O Tour (quando i materiali me lo hanno permesso...). La stessa Marcialonga è stata un buon test che mi ha dimostrato di essere abbastanza in forma.

Se però andiamo a vedere gli split times, è evidente che i distacchi maggiori li ho presi nei punti più tecnici. Gli atleti scandinavi e russi in particolare viaggiano a una velocità di lettura nettamente più elevata della mia. Io per essere sicuro di non sbagliare devo calare molto il ritmo e praticamente l'allenamento fisico diventa vano in queste tratte. Se cerco di attaccarmi ad altri atleti in gara, nei "trenini" che si vanno a formare ad esempio nella Long Distance, sono sempre al limite ed è un attimo sbagliare. La preparazione tecnica - orientistica è quindi carente. Ho cercato il più possibile di fare allenamenti con la cartina, ma non è come la Corsa orientamento, dove basta avere la cartina e partire! Per lo sci-o bisogna che ci sia una rete battuta. E ciò avviene solo in corrispondenza delle gare. Gare che in Italia sono almeno dieci volte più semplici rispetto ad altre nazioni, e non parlo di Campionati del Mondo, ma di Campionati nazionali: sulla stessa rete delle gare internazionali ho assistito a gare nazionali in Bulgaria, Romania, Svizzera, Lettonia, Russia, Norvegia, Svezia, Finlandia. L'unica volta che in Italia è stata organizzata una gara di alto livello in occasione dello Ski-O Tour, i pochi atleti che hanno preso parte alla Coppa Italia in molti casi si sono lamentati perché "era troppo dura e difficile".
Andrey Lamov (RUS) alla punzonatura (foto Olga Shalina)
In Italia le condizioni per un buon allenamento tecnico specifico sono limitatissime ed inadeguate. Quest'anno, grazie soprattutto a Marco Bezzi, alcune gare nazionali sono state un po' più tecniche, ma nella media i pochi eventi nel nostro paese sono veramente poco tecnici, bisogna essere sinceri.
Un altro problema è la scarsa partecipazione di atleti. Se non c'è competizione o se questa è limitata, l'atleta ha meno stimolo e motivazione a dare il massimo, anche inconsciamente. Inoltre con pochi concorrenti non ci si imbatte in situazioni di stress date dalla sfida "corpo a corpo", tipica in gare mass start (che in Italia non vengono inspiegabilmente organizzate). Questi sono i problemi strutturali che il nuovo Consiglio Federale avrà il compito di risolvere, sempre che gli interessi farlo. 
  • incoraggiare le società ad organizzare buone gare, senza rimetterci soldi
  • avvicinare gli orientisti più giovani allo sci-o organizzando camp e corsi di sci di fondo
  • allacciare contatti con la Federazione Italiana Sport Invernali e con i fondisti con gare promozionali in occasioni in eventi di sci di fondo
  • formare tecnici ben consapevoli di come si organizzi una gara di sci-o
  • prendere esempio da nazioni che si trovavano al nostro livello (bassino), ma che ora grazie ai giusti investimenti riescono a inserirsi nella Top 20 nelle varie categorie


La staffetta italiana categoria M20: Canella Samuele, Slanzi Giordano, Comina Mattia.
Buona la loro 11° posizione!


A mio avviso, su questi punti poggia il futuro dello sci-o italiano. Un po' alla volta per quanto riguarda le squadre nazionali il livello si sta alzando, ma per fare il salto di qualità devono esserci le giuste condizioni.



Ma in definitiva, sono soddisfatto o no??
Dopo tutte le precedenti considerazioni credo di essere abbastanza soddisfatto! In particolare la Middle Distance è stata una delle mie migliori gare di sempre e credo che in questa situazione il 31° posto sia veramente un'ottima posizione, subito a ridosso dei paesi scandinavi e della Russia!

Mi dispiace per la terribile crisi di fame della Long distance, che ancora non mi sono saputo spiegare, ma in ogni caso sarei potuto arrivare 35-36°, sicuramente soddisfacente!
L'Estonia è la nuova forte nazione che riesce a insidiare e battere i soliti
scandinavie russi. Ha conquistato diverse medaglie nelle categorie giovanili,
come non è mai accaduto. Il loro movimento sci-orientistico è piccolo ma hanno
 saputo investire sui giovani. Fino allo scorso anno erano dietro di noi...

Alla Mixed Sprint Relay la prima e la terza frazione sono state molto buone e incoraggianti. Lo stesso allenatore della Finlandia, il grande Eivind Tonna, ha detto a me e Elena: "Questa giornata ve la dovete sempre ricordare, siete stati davanti alla Finlandia, e questo dovrà essere un incoraggiamento per continuare a battervi perché succeda di nuovo!". E ha pienamente ragione.

Alla Sprint invece ho sbagliato molto, ma a quei livelli vai a tutta e rischi il tutto per tutto. Soprattutto in questa gara ho sentito molto la mia carenza tecnica e la velocità di lettura, ma visto il contesto italiano posso comunque ritenermi abbastanza soddisfatto, amareggiato ma soddisfatto. Forse mi è mancata un po' più di concentrazione nella parte iniziale per poter entrare meglio in carta, ma per fare questo bisogna fare molti allenamenti "sul campo" in zone molto tecniche.

La staffetta, nonostante non valesse niente perché mista, sono riuscito a concentrarmi bene e andando un po' più piano ho sbagliato meno, pur tuttavia sentendo anche qui la mancanza di allenamenti su reti tecniche.

La staffetta italiana W20: Patscheider Lia, Corradini Stefania, Ventura Alice.
Sicuramente buono il loro 8° posto in classifica.


Il Party

Un evento topico quello del banquet di fine gare, su cui l'Italia ha sempre puntato molto. E' il momento più "sociale" della settimana: si fa conoscenza con persone di tutto il mondo, si balla assieme, si scherza assieme, si beve assieme, ci si può confrontare sulle gare e sulle varie esperienze di vita. Da ogni party me ne sono andato più ricco. Soprattutto quando la festa è comune tra Elite, Junior e Youth ci si diverte alla grande. Molte sono le cose che ho scoperto chiacchierando con vari atleti del mondo: tecniche di allenamento, stili di vita, gare, atleti professionisti e non, sci, ecc.
Non verrà riportato nulla del party se non che nella prima parte c'è stata un'esibizione di giovani musicisti virtuosi, poi ricco buffet, poi disco. Possiamo solo dire che è tradizione che almeno una rappresentativa italiana sia l'ultima a lasciare la festa, tradizione che è stata rispettata. Solitamente la festa non è uguale senza gli italiani. E anche in questo caso si sono congratulati con noi, almeno per quanto riguarda la prestazione finale.

Epilogo

Che ne sarà di me? In effetti in questo mondo neoliberista ormai dominato dall'incertezza e dalla precarietà effettivamente è difficile dire cosa mi riserverà il futuro, se potrò continuare ad allenarmi e a correre o se sarà meglio pensare solo al lavoro e a cercare di barcamenarsi. E' sempre più difficile, richiede sempre molti sacrifici e ultimamente sacrifici anche di ordine economico non indifferenti. Per poter essere competitivo dovrei riuscire ad allenarmi almeno quanto mi sono allenato quest'anno, dovrei acquistare almeno due paia di sci, dovrei riuscire a fare allenamenti molto tecnici con la carta. In più il prossimo anno ci sono 4 o 5 sessioni di Coppa del Mondo, due in Russia e tre in Scandinavia, sicuramente molto onerose sia per la Federazione che per gli atleti che vi parteciperanno. Ora non voglio cercare prospettive troppo lontane: basti pensare che solo fino a una settimana prima di partire per la Lettonia io non ero intenzionato a prendere parte agli europei...poi un po' i risultati dello Ski-O Tour, un po' gli amici, un po' la scarsità di lavoro, mi hanno incoraggiato a partecipare.

Intanto ringrazio tutti voi matti che vi siete messi a leggere tutte ste pagine, ringrazio chi ha supportato la squadra nazionale di sci orientamento e chi supporta il movimento in Italia! Alla prossima!

P.s. tutti i risultati, split times, percorsi, live tracking e foto CLICCANDO QUI.

















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