Lo Sci di Fondo - Storia ed evoluzione tecnica
Facendo lezione, per cercare di conoscere l'allievo e per "sondare" le sue capacità chiedo sempre, prima di iniziare, se ha mai provato lo sci alpino. La risposta spesso è "lo sci alpino è lo sci normale?". Allora come battuta spesso rispondo che effettivamente io sono un maestro di sci "anormale"!
Ma quali sono le origini dello sci? E' nato prima lo sci alpino o lo sci di fondo? Cercherò di sintetizzare la storia di questo sport focalizzando l'attenzione proprio sullo sci di fondo, sulla sua tecnica e su alcune curiosità.
La storia dello sci di fondo.
L'incisione rupestre di Rodoy (NOR), stampata sui francobolli del 1966. |
Il primo a parlare dello sci fu lo storico greco Senofonte (IV sec. a.C.), descrivendo come alcune popolazioni asiatiche si spostassero sulla neve scivolando senza sprofondare. Dal Medioevo gli sci vengono utilizzati anche per scopi militari: sia i re scandinavi che gli zar di Russia guidarono armate di sciatori, le cui imprese rimangono nella tradizione storica di questi popoli. Vale la pena citare almeno la vicenda di Gustavo Vasa, aristocratico ribelle al dominio di Cristiano II "Il Tiranno" che, tentando di convincere gli svedesi a ribellarsi, si recò a Mora. Qui però non incontrò lo sperato entusiasmo di fronte a questa opportunità e Gustavo, sentendosi in pericolo, decise di fuggire. Arrivato a Sälen fu raggiunto da due abitanti di Mora sugli sci, i quali comunicarono che i cittadini si erano convinti a ribellarsi. A questo punto i tre sciando ritornarono velocemente a Mora. La rivolta ebbe inizio e dopo anni di guerra il popolo svedese uscì vittorioso incoronando "l'eroe" come re Gustavo I. In memoria di questo avvenimento storico dal 1922 ogni anno si ripercorrono i 90 km che separano Sälen da Mora nella gara di fondo più celebre del mondo: la Vasaloppet.
L'utilizzo degli sci per scopi militari è tristemente noto anche nella storia più recente: gli alpini-sciatori furono impegnati sia nella Prima che nella Seconda Guerra Mondiale.
Il primo sciatore italiano sembra essere stato il sacerdote romagnolo Francesco Negri, il quale, recatosi in Lapponia attorno al 1660, raccontò nel suo libro Viaggio Settentrionale le sue esperienze sugli sci.
Antichi sci esposti al museo dei Giochi Olimpici di Sapporo (JP) |
Antichi sci esposti a Sapporo. Spesso l'unico bastone utilizzato era lungo e con una punta metallica all'estremità da utilizzare come arma di caccia. |
Nel 1903 si tennero in Svezia i primi Giochi Nordici, precursori dei Giochi Olimpici Invernali, da tenersi ogni 4 anni. Nel 1924 nasce la Federazione Internazionale dello Sci.
In Italia i primi sci arrivarono nel 1884 portati da Edoardo Mortinari, tornato da un viaggio in Lapponia. Una data storica per lo sci italiano è però il 1897, quando Adolfo Kind, di origine svizzera ma residente a Torino, acquistò un paio di sci. Sciando nelle varie vallate alpine cominciò a far conoscere questo attrezzo. Nel 1901 grazie a Kind nacque lo Ski Club Torino e nel 1908 fu pubblicato il primo manuale tecnico: il Vademecum dello Skiatore.
Alpini sciatori sull'Adamello Archivio Certosa Bologna-web) |
Nel 1971 prese il via la prima edizione della Marcialonga, la quale contribuì ulteriormente ad attirare nuovi appassionati verso lo sci di fondo. Nel 1973 si tenne al Passo del Tonale il primo corso per allenatori al quale partecipò anche il ceco Vladimir Pacl, colui che fece conoscere lo sport dell'orienteering anche in Italia.
Molti altri furono gli avvenimenti sportivi rilevanti per lo sci di fondo e per la sua diffusione in Italia. Dagli anni Settanta del secolo scorso però fu l'evoluzione tecnica di questo sport ad essere veramente interessante.
Evoluzione tecnica dagli anni Settanta del secolo scorso.
Fu dalla metà di questo decennio che si iniziò ad analizzare il gesto tecnico nel movimento degli sciatori agonisti, cercando al contempo di trovare innovazioni e impostazioni nuove per rendere la sciata il più efficiente possibile.
Allo stesso tempo l'evoluzione tecnica ha introdotto materiali sempre migliori, veloci e leggeri, scioline che rendevano gli sci sempre più scorrevoli, indumenti più comodi con cui sciare. La tecnologia ha migliorato notevolmente anche le condizioni delle piste, ben battute e più larghe rispetto a prima dell'introduzione dei mezzi battipista (gatto delle nevi). In aiuto degli atleti sono giunti anche i primi programmi di allenamento, gli studi di pianificazione atletica e alimentazione, e la medicina sportiva in generale.
Nel 1975 viene introdotto il primo testo tecnico-metodico dello sci di fondo in Italia e l'anno seguente vengono formati i primi Istruttori nazionali.
Nel 1981 il finlandese Pauli Siitonen sperimentò per la prima volta un passo che fu successivamente chiamato dai tecnici "scivolata spinta pattinata". Anziché mantenere entrambi gli sci paralleli all'interno dei solchi chiamati binari, provò a tenere uno sci all'interno e uno all'esterno divaricato, spingendo secondo una sorta di pattinata. Ciò fu possibile perché i nuovi gatti delle nevi battevano accanto al binario uno spazio sufficientemente ampio per poter divaricare gli sci. Questa tecnica permetteva di incrementare notevolmente la velocità. Già dall'anno successivo lo statunitense Bill Koch completò il movimento introducendo la pattinata con entrambi gli sci. Grazie a questa tecnica fu il primo americano ad aggiudicarsi la Coppa del Mondo. Ben presto tutti gli atleti cominciarono a perfezionare questo nuovo modo di sciare: nasceva la tecnica di pattinaggio.
I primi anni, gli atleti sceglievano in base alle caratteristiche del tracciato quale passo utilizzare (passo alternato, passo spinta, scivolata spinta o pattinata) e ben presto ci si accorse che la pattinata o comunque questo nuovo "pattinaggio" sugli sci era di gran lunga più efficace. Infatti, alle Olimpiadi di Sarajevo del 1984 e alle gare successive, le prime posizioni erano occupate da chi aveva fatto largo uso della nuova tecnica (e l'italiano Maurizio De Zolt fu uno dei grandi pionieri del pattinaggio sugli sci).
L’anno successivo la tecnica libera, basata prevalentemente sul passo di pattinaggio, eseguito in diversi modi e senza dover ricorrere alla sciolina di tenuta, ha soppiantato completamente la tecnica classica il cui passo base è l’alternato: i Mondiali si Seefeld del 1985 furono dominati dai pattinatori. Terminati i mondiali però iniziò una accesa disputa tra i sostenitori della tecnica classica e i pionieri sostenitori della tecnica libera. Al Congresso FIS di Vancouver si arrivò a un compromesso: da lì in avanti sia ai Campionati del Mondo, sia in Coppa del Mondo, sia ai Giochi Olimpici la metà delle gare si sarebbe tenuta in tecnica classica e metà in tecnica libera.
Questa separazione delle tecniche ha fatto sì che molti atleti si specializzassero in una o nell'altra, anche se un fondista completo viene ora considerato chi sa agevolmente passare dalla tecnica classica alla tecnica di pattinaggio (o skating) con gli stessi risultati.
Nel 1975 viene introdotto il primo testo tecnico-metodico dello sci di fondo in Italia e l'anno seguente vengono formati i primi Istruttori nazionali.
Nel 1981 il finlandese Pauli Siitonen sperimentò per la prima volta un passo che fu successivamente chiamato dai tecnici "scivolata spinta pattinata". Anziché mantenere entrambi gli sci paralleli all'interno dei solchi chiamati binari, provò a tenere uno sci all'interno e uno all'esterno divaricato, spingendo secondo una sorta di pattinata. Ciò fu possibile perché i nuovi gatti delle nevi battevano accanto al binario uno spazio sufficientemente ampio per poter divaricare gli sci. Questa tecnica permetteva di incrementare notevolmente la velocità. Già dall'anno successivo lo statunitense Bill Koch completò il movimento introducendo la pattinata con entrambi gli sci. Grazie a questa tecnica fu il primo americano ad aggiudicarsi la Coppa del Mondo. Ben presto tutti gli atleti cominciarono a perfezionare questo nuovo modo di sciare: nasceva la tecnica di pattinaggio.
I primi anni, gli atleti sceglievano in base alle caratteristiche del tracciato quale passo utilizzare (passo alternato, passo spinta, scivolata spinta o pattinata) e ben presto ci si accorse che la pattinata o comunque questo nuovo "pattinaggio" sugli sci era di gran lunga più efficace. Infatti, alle Olimpiadi di Sarajevo del 1984 e alle gare successive, le prime posizioni erano occupate da chi aveva fatto largo uso della nuova tecnica (e l'italiano Maurizio De Zolt fu uno dei grandi pionieri del pattinaggio sugli sci).
L’anno successivo la tecnica libera, basata prevalentemente sul passo di pattinaggio, eseguito in diversi modi e senza dover ricorrere alla sciolina di tenuta, ha soppiantato completamente la tecnica classica il cui passo base è l’alternato: i Mondiali si Seefeld del 1985 furono dominati dai pattinatori. Terminati i mondiali però iniziò una accesa disputa tra i sostenitori della tecnica classica e i pionieri sostenitori della tecnica libera. Al Congresso FIS di Vancouver si arrivò a un compromesso: da lì in avanti sia ai Campionati del Mondo, sia in Coppa del Mondo, sia ai Giochi Olimpici la metà delle gare si sarebbe tenuta in tecnica classica e metà in tecnica libera.
Questa separazione delle tecniche ha fatto sì che molti atleti si specializzassero in una o nell'altra, anche se un fondista completo viene ora considerato chi sa agevolmente passare dalla tecnica classica alla tecnica di pattinaggio (o skating) con gli stessi risultati.
Sci con inserto in pelle per evitare lo scorrimento all'indietro. |
Sci di fondo su un lago ghiacciato in Norvegia |
Pista da fondo ad Andalo |
Lo sci-orientamento è uno sport che abbina l'abilità dello sciatore all'attenzione dell'orientista. E' richiesta agilità e prontezza di riflessi. |
Antichi sci esposti a Madona, Lettonia |
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